La questione demografica in Russia

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La questione demografica in Russia
La demografia è uno dei soggetti chiave della storia del mondo Eurasiatico. All’interno del territorio eurasiatico, che si può dividere in due parti “europeo” ed “asiatico”, il divario demografico, è evidente: la parte asiatica raggruppa più del 50% degli abitanti del pianeta, mentre la parte europea comprende meno del 10%. L’inverno demografico, che ha colpito l’Europa, non ha risparmiato la Russia, che sta considerando di affrontare i suoi problemi demografici come il Giappone, lasciando invecchiare e stagnare la sua popolazione, vedendola progressivamente diminuire; ma non mantiene assolutamente la sua demografia sull’immigrazione, contrariamente alle nazioni dell’Europa dell’ovest. In tal senso tutte le esperienze russe, come il Giappone, sono da osservare strettamente.

È frequente leggere in Russia, nella lotta di propaganda e di disinformazione, attraverso i nostri sistemi d’informazione, che la popolazione russa si disperderà, perdendo 700.000 abitanti all’anno, e che questo paese dovrà conoscere nei prossimi decenni, un declino demografico massiccio. L’ONU fornisce la stessa stima, cioè che la popolazione dovrà attendere di vedere gli stessi 100 milioni d’abitanti nel 2050 (!) Contro i 141,9 milioni del 2010. Pertanto sarebbe auspicabile, un’analisi dei fatti corretta, che permettesse di chiamare nuovamente in causa queste affermazioni. 

 

Sintesi della demografia russa dal 1897 al 1991

Riguardiamo attentamente l’evoluzione della popolazione in Russia dal 1897 al 1991. L’analisi è basata sulla popolazione “nelle” frontiere dentro la Russia attuale, all’interno dell’impero del 1897 e ugualmente all’interno dell’URSS. Le cifre fanno riferimento al primo gennaio dell’anno citato:

 

 

* Nel 1897 la popolazione fu di 67,5 milioni e nel 1914 di 89,9 milioni.
Un aumento in17 anni: 22.235.000 abitanti
Un incremento medio di 1.315.000 abitanti l’anno.

 

* Nel 1939 la popolazione è di 108,4 milioni e nel 1959 è di 117,2 milioni
Un aumento in 20 anni : 8.800 000 abitanti
Un incremento medio di 440.000 abitanti all’anno
La media è evidentemnete ponderata a causa dei drammatici avvenimenti in Europa durante i quali L’URSS ha perduto più di 23 milioni di cittadini (militari e civili).

 

* Nel 1959 la popolazione è di 117,2 e nel 1971 di 130,6 milioni
Un Aumento su 12 anni : 13.400.000 abitanti
Un icremento medio di 1.115.000 abitanti per anno.

 

* Nel 1971 la popolazione è di 130,6 e nel 1991 è di 148,3 milioni
Un aumento su 10 anni: 17 .700.000
Un incremento medio di 1.770.000 abitanti l’anno.
Naturalmente, nel 1989 la Russia è il centro dell’URSS, la popolazione dell’URSS nel 1992 si eleva a 292 milioni, contro 148 milioni in Russia nello stesso anno.
Si può chiaramente comprendere, come l’incremento demografico sia stato il più elevato sotto l’URSS dopo il 1970, durante i successivi anni di esistenza di questa unità politica.
Stranamente dal 1989 la media della popolazione si comprime.
Dal 1983 al 1989 la popolazione aumenta di 7 milioni di abitanti, in 7 anni sono 1.000.000 all’anno
Dal 1989 al 1996 la popolazione aumenta di 1,6 milioni di abitanti in 7 anni si parla di 228.000 abitanti all’anno.

 

 
Il crollo demografico 1991-2005

 

Alla caduta dell’URSS, la Russia si ritrova senza poco meno della metà della popolazione. Trenta milioni di russi, residenti nelle repubbliche, divenute paesi autonomi, furono esclusi dal “ricensimento” del 1990, che allora contava 149 milioni d’abitanti.
La scomparsa dell’URSS, il crollo sociale ed economico trascinò la Russia, in una crisi economica, di un’ampiezza senza precedenti. Le misure scioccanti dei riformatori liberi, dell’amministrazione del presidente Eltsin, per rimediare alla “crisi economica” che colpì la Russia, furono le principali cause di questo crollo demografico. Le soluzioni proposte da Egor Gaidar e da Anatoli Tchoubais, crearono involontariamente, per rimbalzo, un vero genocidio demografico. La concessione di “manette″ per l’economia, attraverso il controllo di certe banche e del commercio esterno, cioè un pugno di iniziative vicine al kremlino, permisero a successori di ridurre l’economia del paese in pezzi e di rovinare il paese. Intorno il popolo moriva.

 

Il crollo demografico fu molto rapido, e durò attraverso tutti gli anni ‘90 fino al secondo anno del secondo mandato di Putin, dove fu messo da parte il piano demografico giunto con successo all’attuale presidente russo Dimitri Medvedev. Tra il 1990 e il 1995 il tasso di mortalità è cresciuto del 56% ed il tasso di mortalità femminile del 26% . la speranza di vita maschile è passata da 64 anni nel 1990 a 57 nel 1995 ! la popolazione russia durante questi, anni viveva meno lungamente dei cileni o peruviani. La speranza di vita femminile si abbassa da 74 a 70 anni. Tra il 1990 ed il 1995, l’eccedenza dei decessi durante questo periodo è di 3 milioni d’abitanti, il doppio dei decessi dovuti alle difficili condizioni di vita dei civili in Russia, durante il secondo conflitto mondiale. Il crollo della Russia dal 1990 al 2000 equivale al crollo demografico etiope poi della carestia del 1980, o della Cambogia… questo crollo demografico ha colpito prima le persone anziane poi i giovani. Il crollo demografico ha, inoltre colpito in pieno il sistema ospedaliero russo. La Russia ha conosciuto un nuovo sviluppo di malattie che non esistevano, se non in ⅓ dei paesi del mondo. Difterite, tifo, colera, febbre tifoide… ma soprattutto la tubercolosi, che colpì la popolazione come una frusta. Nel 1995 si stima che almeno un prigioniero su dieci, è stato contagiato. Ogni anno secondo l’istituto statistico di Harvard e l’istituto della salute pubblica di New York, tra il 1990 ed il 1996, le prigioni russe rilasciarono 30.000 portatori sani della malattia in stato attivo e 300.000 portatori della malattia allo stato dormiente, se non fosse stato fatto nulla circa il 12 % della popolazione sarebbe stato contaminato nel 2005.

 

Tra il 1990 ed il 1998 le malattie sessualmente trasmissibili aumentano. Il numero di casi di sifilide recensiti passa da 8.000 a più di 400.000. l’AIDS esplode letteralmente e studiosi dell’epidemiologia russa stimano che al ritmo attuale, 90,10 milioni di persone saranno contaminate nel 2005. (nota di Alexandre Latza: si stima che nel 2009, 500.000 persone saranno colpite dal virus dell’AIDS). L’esplosione dell’Aids ha avuto luogo anche per l’utilizzo delle droghe. Nel 1998 si stima a 5 milioni il numero di tossicodipendenti della popolazione, ( il 3% della popolazione totale) queste cifre sono poi state “diminuite” alla metà.

 

Se i giovani consumano la droga, i più vecchi la bevono. Un’inchiesta del 1998 prova che il 50% degli uomini bevono, in media più di mezzo litro di vodka la dì. Ogni anno muoiono dalle 30.000 e 40.000 persone a causa della vodka alterata. Nulla che interessi gli anni dal 1990 al 1998 è stato censito. 259.000 suicidi, 230.000 decessi (per avvelenamento da vodka) e 169.000 assassinati.

 

Ma soprattutto man mano che i russi muoiono, sempre di più le nascite calano. Alla fine degli anni ‘90 ci sono 3 milioni di aborti all’anno contro un milione di nascite. Ma il numero reale di aborti è cinque o sei volte più elevato. Il principale istituto statistico russo stima, che alla fine degli anni ‘90 più di un adulto donna su tre è sterile, e una su due ha avuto problemi all’apparato riproduttore. Questa assenza di natalità femminile, fu attribuita all’aumento della prostituzione in Russia, e anche all’estero. L’emigrazione molto elevata di uomini verso l’estero fu seguita dall’amento delle donne che diventavano (per necessità o per forza) schiave sessuali, notoriamente dell’Europa dell’est.

 

I bambini che nascevano non potevano essere tenuti. Nel 1993 su 1,6 milioni di nascite, il 5 % dei bambini che nacquero furono abbandonati dai loro genitori. Nel 1998 si è passati da 1,3 milioni di nascite ad un tasso d’abbandono del 9%. Nel 1998 circa 1 milione di bambini era per le strade. Infine le guerre successive hanno causato un duro colpo alle generazioni successive, soprattutto la prima guerra di Cecenia nel 1995, dove alcune migliaia di giovani furono mandati a morte.

 

Tutto ciò ha provocato un declino demografico implacabile. La Russia perse 7 milioni di abitanti in meno di 20 anni. Il ritmo della scomparsa della popolazione russa è balzato facilmente, ad un pò più di 400.000 cittadini in meno di cinque anni.
All’opposto, il potere politico, in totale disgregazione, si rivelò incapace di fare qualsiasi cosa. Se nulla cambierà, il numero il numero dei giovani dai 15 ai 24 anni, si ridurrà di molto nel 2015. Una tale caduta è l’unico esempio storico in tempi di pace. 

 

Il Gosplan: verso l’equilibrio demografico (2005-2009) 

 

Tale carneficina demografica senza precedenti, ha fatto comprendere alle autorità russe, l’urgenza di un piano demografico di più grande ampiezza. Dal 2004, l’anno del suo secondo mandato, il presidente russo Vladimir Putin lancia un progetto federale demografico destinato a ristabilire la demografia del paese. Questo piano, lanciato nel 2005, comprende una serie di misure per aiutare la natalità e le giovani coppie a fare due , tre figli. Le prime e più importanti misure che si posso citare, sono incentivi finanziari dallo stato, dalle società o dalle amministrazioni locali, ma anche aiuti di credito e all’alloggiamento o ancora, buoni d’acquisto nei grandi magazzini. Alcune regioni hanno concesso ai giovani, prestiti alle famiglie, per l’acquisto di alloggi che posso essere favorevoli alla nascita dei bambini, dando anche vataggi fiscali e misure di “clemenza” per i ritardi sul pagmento degli affitti. Inoltre lo stato ha lanciato una grande campagna mediatica d’appello volta a “fare bambini per la patria”.

 

I risultati si fanno sentire velocemnte :

 

– 01 gennaio 2002 –>145,2 milioni
– 01 gennaio 2003 –> 145 milioni
– 01 gennaio 2004 –> 144,2 milioni
– 01 gennaio 2005 –> 143,5 milioni
– 01 gennaio 2006 –> 142,8 milioni
– 01 gennaio 2007 –> 142,2 milioni
– 01 gennaio 2008 –> 142 milioni
– 01 gennaio 2009 –> 141,9 milioni
– 01 gennaio –> 141,9 milioni

 

Nel 2005 la popolazione è calata a 780.000 abitanti
Nel 2006 la popolazione è calata a 600.000 abitanti
Nel periodo che va dal 2002 al 2006 la popolazione è diminuita 2.400.000 abitanti su una base di 600.000 (abitanti) all’anno, in media, comparando gli aumenti di 1 milione o riguardo più annualità già citate nella prima parte di questo articolo.
Nel 2007, la popolazione si è abbassata 300.000 abitanti
Nel 2008, la popolazione è diminuita a 100.000 abitanti
Nel 2009, in Russi, la popolazione, per la prima volta dopo 15 anni è aumentata.
Questa curva, mostra l’evoluzione demografica russa, il crollo dell’Urss è stato il primo traguardo e il secondo è costituito dalla messa in opera del piano demografico Putin\Medvedev.
Nel 2009 il Rosstat (istituto russo di statistica) ha constatato un accrescimento delle nascite in 70 territori della federazione e una riduzione dei decessi in 73 territori su una totalità di 83.

L’aumento naturale della popolazione è stato registrato in 25zone nel 2009 contro le 21 (zone) del 2008, misurando ogni giorno, sempre secondo le stime del Rosstat. Simbolo di questa rinascita demografica è la Siberia, dove la natalità tra il 2000 ed il 2009 è aumentata fortemente considerando il 2000 : 98.000 bambini nacquero in Siberia, e nel 2009 i bambini nati sono 174.000. Secondo il ministro russo della sanità e dello sviluppo sociale, Tatiana Golikova, la stabilità demografica si esplica principalmente attraverso la crescita delle nascite. 1,76 milioni di russi hanno visto la luce nel 2009 vale a dire più del 2,8 % del 2008 : 1,714 milioni. Il mimistro ha inoltre sottolineato che la mortalità resta ancora considerevole : 1, 95 milioni di persone nel 2009. il tasso di moratalità si è inoltre abassato, passando dal 14,2 della natalità su 1.000 nel 2009 contro i 14,6 nel 2008. questo effetto congiunto ” abbassamento della mortalità + aumento delle nascite” è costante da quattro anni. Inoltre la speranza media è in aumento, da 69 anni nel 2009, contro i 62 nel 2000, è oggi 64 per gli uomini e 74 per le donne.

 

Ora il piano demografico, è alla sua seconda fase, la prima è stata il rinnovo della natalità. Questa successiva fase, consisterà nel far diminuire la mortalità annuale del 5 % durante 5 anni (fino al 2015) è ritenuto necessario per il tasso di natalità attuale, che sia stabile affinchè la popolazione si mantenga. E’ da notare che una terza fase del piano (ancora sconosciuta) è fissata per il periodo dal 2016 al 2025. l’obiettivo di stabilizzare la popolazione intorno 142 milioni d’abitanti dal 2016 comprende, due tappe principali, che sono il declino degli aborti e l’abbassamento della mortalità.

 

 
Il declino degli aborti 

 

L’evoluzione della piramide dell’ età in russia, mostra una considerevole riduzione delle giovani donne dai 20 ai 29 anni (in età di procreazione) che dovrebbero diminuire del 35 % da qui al 2020. Per attenuare questo colpo il ministero della sanità russa si auguara di diminuire il numero di aborti, che è il più elevato del mondo : nel 2008 per 1,174 milioni di nascite sono stati recensiti in Russia più di 1,234 milioni di aborti, un tasso di 72 aborti su 100 nascite, comparando i 20 aborti su 100 nascite nello stesso anno, negli Stati Uniti. Secondo Tatyana Golikova, una riduzione drastica del tasso degli aborti è essenziale per contribuire a regolare il problema demografico futuro, che potrebbe colpire nuovamente il paese. Tuttavia, il tasso degli aborti è in calo, e non hai mai raggiunto vette che altri paesi, come la Romania ha toccato.

In effetti il numero di bambini al di sotto dei 18 anni è passato da 38 milioni nel 1995 a 33,5 nel 2000 e a 26,5 nel 2008.

 

L’abbassamento della mortalità

 

Il tasso di mortalità è stato troppo elevato ( leggi qui le distribuzioni) diverse aree sono interessate :
-abbassamento di malattie cardiovascolari , abbassamento del 4,6 nel 2009 rispetto al 2008
– abbassamento dei decessi causati da tubercolosi, diminuzione del 7,8 nel 2009 rispetto al 2008
-abbassamento del tasso di mortalità sulle strade, che è già evidente, nel 2009 la polizia ha registrato
26, 084 decessi in tutta la federazione contro 33,308 decessi nel 2007.
– lotta contro le morti dovute al consumo di droghe : 70.000 morti all’anno nel 2008 sono
Soliti fare uso di stupefacenti e (sono state registrate) da 30 a 40.000 morti per overdose. La Russia conta molti consumatori di stupefacenti rispetto all’intera Europa orientale.
-la lotta contro i decessi dovuti ad alchool : la mortalità dovuta ad intossicazioni da alchool alterato è già diminuita del 32%. Il governo, nella sezione sanitaria, del piano 2020 si è prefissata come obiettivo di diminuire della metà, il consumo d’alchool per abitante ; da qui a dieci anni, l’achool è stato responsabile indirettamente della morte di 500.000 persone all’anno.
Pertanto anche se in forte calo, la diminuzione naturale della popolazione continua. Ogni volta questa depopolazione è stata compensata dall’accrescimento delle immigrazioni secondo le cifre effettuate dal servizio federeale di immigrazione, che mostra come solo negli 11 mesi del 2009 la cittadinanza russa è stata concessa a 333,474 stranieri. Una parola veloce su questa immigrazione, dopo aver attentamente analizzato l’argomento.

Dal 1999 (fin dal mandato di Eltsin), il tasso di emigrazione dei russi è in costante abbassamento, da un’emigrazione di 250.000 persone all’anno durante il 1998-1999 si è passati nel 2008 a meno di 20.000. Comparando la percentuale degli arrivi, dopo essersi abbassato dal 1998 (500000) al 2004 (120.000), è salito nuovamente, ma stabile dal 2007 con circa 280.000 persone all’anno. Dal 1990 al 2008 l’immigrazione in Russia relativa ai paesi stranieri, è salita a 5.347.027 persone. Non tutti sono restati, 4.168.980, ovvero il 75%. Tale dato corrisponde apporto, netto medio di 231.610 persone all’anno. Ribadisco, inoltre, che la popolazione russa è stata di 142 milioni d’abitanti, che annualmente costituisce meno dello 0,2 % della popolazione totale. Questi immigrati sono per il 90% cittadini del CEI (comunità degli stati indipendenti – ex URSS-) come si può vedere qui. Dal 1992 al 2007 la gran parte dell’immigrazione verso la Russia è composta da etnie russe che sono di ritorno dalle ex repubbliche 65%, cittadini di differenti minoranze russe 11%, infine 24% di immigrati di altre origini. Nel 2003 la componente etnica russa ha costituito dal 65%, e i slavi (incluse Ukraina e Bielorussia) il 72%. Nel 2007 la componente slava, è diminuita del 50%, la parte spettante al Caucaso è salita invece da 9% al 21%, dell’Asia centrale da 4% a 14%. Il centro di sondaggi, GKS (servizio statale federale statistico) fornisce un dettaglio sulla ripartizione delle migrazioni attraverso le entrate dall’anno 2003 al 2008, ma anche attraverso le uscite del territorio della federazione. L’immigrazione clandestina, costiutisce, poi tutto altro problema, secondo i propositi di Vladimir Putin nel 2006 : il numero di immigrati illegali in Russia, potrebbe superare la cifra di 15 milioni. Maggiore dell’Europa e dell’America, messe insieme…in primo luogo le valutazioni attuali contano 500.000 persone registate su 10 milioni di stranieri lavoranti nel nostro paese. Inoltre, 10 milioni non è una cifra definitiva, poichè “nessuno sa esattamente in che modo stiano lavorando per noi”.

nel 2008, secondo le cifre del servizio nazionale di immigrazione (FMS) ci sarebbero 9,2 milioni di cittadini starnieri in Russia, di cui l’80% provengono da un paese della CEI (comunità degli stati indipendenti – ex URSS-), di questi 9 milioni i ⅔ lavorerebbero illegalmente. 

 

Demografia in russia nel 2010
Il primo semestre del 2010 è stato altrettanto positivo, il numero di nascite ( 868.936) è 2,3% superiore al primo semestre del 2009 ( 849.267) con 19,569 nascite in più. La mortalità è in netto abbassamento, con una crescita dell’1,8% durante il primo semestre del 2010 (1.010.988 decessi) rispetto (1.029.066) al primo semestre del 2009, sono 18.078 decessi in meno. La parte netta della popolazione calcolata nel primo semestre del 2010 è di 142.152 abitanti, contro i 179.799 abitanti per il primo semestre del 2009. In riferimento alla comparazione dei due semestri, le morti avvenute per malattie cardiovascolari sono diminuite del 2% solamente, e le morti di cancro dello 0,7% solamente. Diversamente, si può constatare un abbassamento del 6,1% di morti per ragioni esterne. All’interno di questo gruppo, le morti per strada, avvelenamenti, suicidi e omicidi si sono abbassate del 10-15%. Per la prima volta dal 1998, il nuero di decessi per l’anno 2010, dovrebbe essere inferiore a due milioni.

 

La demografia russa, previsioni dal 2010 al 2030

 

Sono tre le previsioni demografiche che sono state considerate per la demografia in Russia nel 2010.
Secondo una previsione meno accreditata, del ministero della sanità russa, la popolazione dovrebbe continuare ad abbassarsi fino a raggiungere i 139.630 nel 2016, il tasso di abbassamento dovrebbe toccare 500.000 abitanti all’anno nel 2015, poi 700.000 nel 2020, ed infine 900.000 o un milione verso il 2030. la popolazione si stabilizzerà a 128.000 abitanti nel 2030. il tasso di immigrazione resterebbe intorno ai 200.000 all’anno per i prossimi 20 anni.

 

Secondo un’altra previsione del ministero della sanità russa, la popolazione russa dovrebbe legermente aumentare fino al 2016, ( per raggiungere i 142.160.000 abitanti), poi cominciare nuovamente a diminuire 200.000 o 300.000 abitanti nel 2020, per raggiungere e 139. 372.000 abitanti nel 2030. Il tasso di immigrazione sarà contenuto, con una media di 350.00 nuovi entranti all’anno, che è un pò più superiore della media del 2009, anno durante il quale 334.500 stranieri e apolidi hanno ricevuto la cittadinanza russa.

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Secondo una ulteriore, accreditata previsione del ministero della sanità, la popolazione dovrebbe aumentare fino a 144.000.000 abitanti nel 2016 e continuare ad aumentare fino a 148.000.000 nel 2030. il tasso di immigrazione sarebbe più alto in tale ambito, prevedendo l’aumento della popolazione, raggiungendo i 475.000 nuovi entranti all’anno. Anche se (il tasso di immigrazione) rimane ancora relativamente basso, rappresentando lo 0,4% della popolazione del paese. Nell’arco di 20 anni si giungerà ad un’ “immigrazione” equivalente all’8% della popolazione totale del paese. Sarà tuttavia, (l’immigrazione) principalmnte costituita da cittadini del Caucaso e della CEI, dunque da popolazioni post-sovietiche, russofone , le cui comunità sono già presenti in Russia, dunque sostanzialmente simili.

 

(Traduzione di Giulia Vitolo)

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