Mentre la cerimonia dei giochi olimpici si è appena conclusa sotto gli sguardi di 3 miliardi di telespettatori (un essere umano su due), e che gli asini del “democratismo totalitario”, quali Cohen-Bandit o Robert Ménard affrontano i mulini, un’operazione militare “essenziale” ha luogo nel Caucaso, in Georgia, diventato dal 2003 uno dei principali campi di battaglia tra la Russia e l’America.
L’Ossezia o Alania (degli Alani) è un vecchio stato del Caucaso ‘riconosciuto’ dall’URSS. In occasione del crollo di quest’ultimo, l’Ossezia fu tagliata in due, tra il suo nord (sotto controllo russo dal 1774) ed il suo sud, riconosciuto come regione autonoma fin dal 1922 ed integrato di fatto alla Georgia. In occasione dell’indipendenza della Georgia, questa eliminò lo statuto d’autonomia dell’Ossezia che, de facto, chiese la sua indipendenza per referendum nel 1992, allo scopo d’essere riunificato al suo nord, rimasto nella federazione della Russia.
La rivoluzione delle rose del 2003 complicherà la situazione, il nuovo presidente agli ordini di Washington, Mixeil Saakašvili, avendo come priorità di trasformare il suo paese in satellite della NATO, di distanziarsi della Russia e trasformare la Georgia (come il Kosovo) in luogo di passaggio dei condotti caspici.
Nonostante un secondo referendum nel 2006, l’Ossezia non si vede riconoscere lo statuto d’autonomia e d’indipendenza chiesto, l’America e l’Unione europea non riconosce questo referendum, contrariamente alla Russia. La situazione è da allora tesa, fino a quest’estate del 2008, quando dopo diversi scontri a fuoco, l’esercito georgiano ha lanciato il 7 agosto sera, un’offensiva di ampia portata sull’Ossezia meridionale, per conquistare la sua capitale Tskhinvali e per “restaurare l’ordine costituzionale” nella repubblica.
24 ore più tardi, più di 1.500 persone sono state uccise, migliaia di profughi fuggivano dalle zone dei combattimenti… ma le forze georgiane, che affermavano d’avere conquistato la capitale in giornata, sembravano iniziare un ritiro dalla capitale, cacciati dalla resistenza Osseta che ha ottenuto il sostegno dei cosacchi del Don e di molte centinaia di volontari Osseti!!
L’Ossezia non è una piccola regione senza importanza del Caucaso, è un punto nevralgico “essenziale” nella lotta tra l’America ed il suo progetto nocivo per il Caucaso, e la Russia, garante della pace in questa regione da 300 anni. Il sostegno all’Ossezia è una delle pietre angolari del rifiuto del contrattacco planetario in corso, lanciato da Washington e dai suoi alleati “euro-turchi” della NATO.
La battaglia in corso è la battaglia per l’Eurasia, la battaglia finale contro gli scopi mondialisti criminali dell’impero americano. La resistenza passa “buttando” fuori da questa zona gli americani, e rendere ai greci, agli Osseti, e agli Armeni ciò che è loro!
La Georgia è, infatti, uno dei membri del GUAM ed uno dei pedoni essenziali dello scavalcamento ed accerchiamento della Russia (Europa dell’est, Ucraina, Caucaso, Asia centrale). L’obiettivo di Washington è, infatti, di creare uno spazio sul “lato caucasico”, fondato da autonomismi e indipendentismi antirussi.
Questa strategia dello smembramento degli stati in micro identità deboli e dipendenti, è la politica applicata in Europa dell’est (ex Iugoslavia ed ex Cecoslovacchia) ed in Medio Oriente (Iraq in 3 stati).
L’Ossezia o Alania (degli Alani) è un vecchio stato del Caucaso ‘riconosciuto’ dall’URSS. In occasione del crollo di quest’ultimo, l’Ossezia fu tagliata in due, tra il suo nord (sotto controllo russo dal 1774) ed il suo sud, riconosciuto come regione autonoma fin dal 1922 ed integrato di fatto alla Georgia. In occasione dell’indipendenza della Georgia, questa eliminò lo statuto d’autonomia dell’Ossezia che, de facto, chiese la sua indipendenza per referendum nel 1992, allo scopo d’essere riunificato al suo nord, rimasto nella federazione della Russia.
La rivoluzione delle rose del 2003 complicherà la situazione, il nuovo presidente agli ordini di Washington, Mixeil Saakašvili, avendo come priorità di trasformare il suo paese in satellite della NATO, di distanziarsi della Russia e trasformare la Georgia (come il Kosovo) in luogo di passaggio dei condotti caspici.
Nonostante un secondo referendum nel 2006, l’Ossezia non si vede riconoscere lo statuto d’autonomia e d’indipendenza chiesto, l’America e l’Unione europea non riconosce questo referendum, contrariamente alla Russia. La situazione è da allora tesa, fino a quest’estate del 2008, quando dopo diversi scontri a fuoco, l’esercito georgiano ha lanciato il 7 agosto sera, un’offensiva di ampia portata sull’Ossezia meridionale, per conquistare la sua capitale Tskhinvali e per “restaurare l’ordine costituzionale” nella repubblica.
24 ore più tardi, più di 1.500 persone sono state uccise, migliaia di profughi fuggivano dalle zone dei combattimenti… ma le forze georgiane, che affermavano d’avere conquistato la capitale in giornata, sembravano iniziare un ritiro dalla capitale, cacciati dalla resistenza Osseta che ha ottenuto il sostegno dei cosacchi del Don e di molte centinaia di volontari Osseti!!
L’Ossezia non è una piccola regione senza importanza del Caucaso, è un punto nevralgico “essenziale” nella lotta tra l’America ed il suo progetto nocivo per il Caucaso, e la Russia, garante della pace in questa regione da 300 anni. Il sostegno all’Ossezia è una delle pietre angolari del rifiuto del contrattacco planetario in corso, lanciato da Washington e dai suoi alleati “euro-turchi” della NATO.
La battaglia in corso è la battaglia per l’Eurasia, la battaglia finale contro gli scopi mondialisti criminali dell’impero americano. La resistenza passa “buttando” fuori da questa zona gli americani, e rendere ai greci, agli Osseti, e agli Armeni ciò che è loro!
La Georgia è, infatti, uno dei membri del GUAM ed uno dei pedoni essenziali dello scavalcamento ed accerchiamento della Russia (Europa dell’est, Ucraina, Caucaso, Asia centrale). L’obiettivo di Washington è, infatti, di creare uno spazio sul “lato caucasico”, fondato da autonomismi e indipendentismi antirussi.
Questa strategia dello smembramento degli stati in micro identità deboli e dipendenti, è la politica applicata in Europa dell’est (ex Iugoslavia ed ex Cecoslovacchia) ed in Medio Oriente (Iraq in 3 stati).
Questo non è il nostro progetto!
Rifiutiamo completamente la logica di guerra e di odio adottata dal governo pro-occidentale di Tbilissi!
Se ieri eravamo tutti serbi, oggi siamo tutti Osseti!
Rifiutiamo completamente la logica di guerra e di odio adottata dal governo pro-occidentale di Tbilissi!
Se ieri eravamo tutti serbi, oggi siamo tutti Osseti!
Non esitate a consultare il sito della resistenza Osseta: http://cominf.org/
Come il sito della Radio dell’Ossezia: http://www.osradio.ru/
Come il sito della Radio dell’Ossezia: http://www.osradio.ru/
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Merci à alex lattanzio