Dopo la seconda guerra mondiale, l’Europa si è trovata divisa in due blocchi, un blocco transatlantico degli Stati Uniti e un polo sovietico, continentale. In Occidente, l’Europa fu costruita con i soldi statunitensi del piano Marshall, in cambio dell’integrazione nella NATO, un’alleanza militare di obbedienza statunitense, fondata nel 1949 e volta a prevenire qualsiasi tentativo imperialista dell’Unione Sovietica. Nel 1955, i paesi dell’Europa orientale sotto la dominazione sovietica, furono incorporati nel Patto di Varsavia, un’alleanza militare creata in risposta alla NATO. L’eurofilia francese si manifesta di nuovo quando nel 1967, il generale de Gaulle fece uscire il suo paese dalla NATO e gli diede l’accesso alla potenza nucleare. Voltando le spalle al mondo anglo-sassone, questi affermò il suo progetto visionario di un’Europa continentale, cancellando la provvisoria cortina di ferro e predicando l’avvicinamento storico con la Germania e la Russia, come parte del continente europeo dall’Atlantico agli Urali. Nel 1960, Parigi si posizionò come capitale politica, e la Francia ha iniziato un nuovo tentativo per la creazione dell’Europa. Questa idea di un asse gollista Parigi-Berlino-Mosca, e l’affermazione secondo cui la Russia, l’Unione Sovietica, all’epoca, è europea, si rivela nel tempo sempre più giusta.
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Ci sono sempre discussioni in Francia, sull’appartenenza della Russia all’Europa. Molte persone, sapendo poco o male della Russia, mi chiedono di questa frontiera gollista che sarebbero gli Urali. Gli Urali, confine geografico tra Europa e Asia, sono davvero un confine, nel cuore della Russia o dell’Europa? I popoli che possiamo incontrare al di là degli Urali sono diversi dai popoli della parte occidentale della Russia? Queste domande possono forse far sorridere chiunque nel paese, ma non sono inventate e, a mio avviso, sono comprensibili sia l’errore semantico del generale de Gaulle che la relativa ignoranza della Russia di oggi.
Poiché vivo in Russia, posso solo confermare quello che ho pensato prima di venire, e cioè che la Russia è un paese molto europeo. Molto europea, come la natura della maggioranza del suo popolo, gli slavi ortodossi, o come il suo patrimonio culturale dominante, l’eredità di Roma e Atene. Questo aspetto della Russia europea è presente in tutto il territorio, sia a Mosca che nel cuore della Siberia fino a Vladivostok, sulla costa del Pacifico, nel Caucaso o nella Carelia settentrionale. Anche l’orientale Kazan non è meno europea di Sarajevo. Tuttavia si deve ammettere, la Russia non è un paese come gli altri paesi dell’Europa. Per le sue dimensioni, le molte nazionalità, la sua estensione geografica fino all’Asia e al Pacifico, la Russia è un impero, un colosso la cui spina dorsale è certamente europea, ma alcune vertebre a volte sono asiatiche o tartare, a volte musulmane o buddiste. Infatti, ho spesso detto ai miei amici francesi che ci sono molte lezioni da prendere dalla Russia nella gestione del “modello multiculturale“, che l’Europa stenta a creare.
Oggi, anche se la Russia e la NATO discutono della creazione di un’architettura di sicurezza nell’emisfero settentrionale, da Vancouver a Vladivostok, le differenze persistono. Gli Stati Uniti, attraverso la NATO estesa sull’Europa occidentale e orientale, stanno entrando nel continente eurasiatico, teatro ritenuto essenziale per la gestione degli affari del mondo. La Russia è un membro dell’Organizzazione della Cooperazione di Shanghai, spesso descritta come la NATO asiatica, che vorrebbe coinvolgere l’Europa in una nuova architettura di sicurezza continentale complementare. In questo senso, le proposte russe per creare un’architettura di sicurezza continentale e un comune mercato economico unico da Lisbona a Vladivostok sono sia visionarie che totalmente golliste.
L’unica differenza è che lo slancio politico viene ora da Mosca, non da Parigi come 40 anni fa. C’è probabilmente una ragione, da Mosca, l’Europa s’estende per oltre 4000 km a ovest, verso l’Atlantico, e si trova a circa 6500 km, attraverso la Siberia, dal Pacifico. Il centro di gravità politico dell’Europa si è appena trasferito a est. L’alleanza Parigi-Berlino-Mosca consentirà agli Europei, che non sono stati in grado di costruire dal 1945 una vera autonomia politica e militare, di non rimanere bloccati in camicia di forza unilaterale della NATO e di offrire uno sbocco su regioni così importanti quali saranno, nel mondo multipolare di domani, il Caucaso, l’Asia centrale e l’Asia-Pacifico. E se dopo Parigi ieri e Bruxelles oggi, Mosca domani divenisse la capitale dell’Europa?